La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Lombardia, con la sentenza 3331/2/2024, ribadisce il consolidato orientamento giurisprudenziale sulla indeducibilità del costo di una fattura che presenta una descrizione troppo generica.
Secondo l’art. 109, commi 1 e 5, del TUIR un costo è deducibile se certo, determinato e inerente, cioè sostenuto nell’esercizio dell’attività d’impresa.
Il caso trattato dalla Corte riguardava una prestazione di consulenza e assistenza di servizi commerciali gestionali e organizzativi resi da altra impresa, in cui veniva contestata l’eccessiva genericità del contenuto della fattura emessa.
Nonostante il contribuente abbia fornito, ad integrazione della fattura, il relativo contratto di incarico di consulenza, tale documentazione è stata ritenuta non idonea a dimostrare l’inerenza del costo rispetto all’attività di impresa esercitata, stante la genericità anche del contenuto del contratto.
Anche secondo l’art. 21 del DPR 633/72 (Decreto Iva), la fattura deve contenere l’indicazione della natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto della prestazione.
L’indicazione completa delle prestazioni rese è, pertanto, fondamentale per verificare se i beni e i servizi siano acquistati nell’esercizio dell’impresa.
Se la descrizione della fattura risulta essere troppo generica e non suffragata da idonea documentazione, il costo risulterà indeducibile e l’Iva indetraibile.