La “Mini IRES” 2025, introdotta dalla Finanziaria 2025, prevede, per le società di capitali, enti non commerciali e società non residenti, un’aliquota ridotta del 20% rispetto all’ordinaria del 24%.
Tale agevolazione è valida per il reddito d’impresa conseguito nel 2025, a patto di soddisfare tre requisiti principali:
- Accantonamento: almeno l’80% dell’utile 2024 deve essere accantonato in un’apposita riserva;
- Investimenti qualificati: almeno il 30% dell’utile accantonato nella predetta riserva deve essere destinato ad investimenti in beni strumentali nuovi “Industria 4.0” e “Transizione 5.0”, anche tramite leasing. Questo accantonamento deve essere almeno pari al 24% degli utili 2023 e non inferiore ad € 20.000. Gli investimenti devono essere completati entro la scadenza per la presentazione del modello REDDITI 2026, relativo all’anno 2025 (31 ottobre 2026 per esercizi coincidenti con l’anno solare).
- Incremento occupazionale: è richiesto che nel 2025 il numero di unità lavorative per anno (ULA) non sia diminuito rispetto alla media del triennio precedente (2022 – 2024) e che siano effettuate nuove assunzioni di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, che costituiscano un incremento occupazionale almeno pari all’1% dei lavoratori a tempo indeterminato mediamente occupati nel periodo d’imposta 2024 e comunque non inferiore a 1 lavoratore dipendente a tempo indeterminato. Inoltre le aziende non devono aver fatto ricorso alla CIG (salvo eccezioni per eventi transitori) nei periodi 2024 e 2025.
L’agevolazione non si applica alle società in liquidazione, in perdita nel 2024 o costituite nel 2025.
Si decade dall’agevolazione in esame se:
- entro il 2026 si distribuisce la riserva accantonata nell’apposita riserva;
- i beni oggetto dell’investimento sono dismessi o ceduti entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello in cui è stato realizzato l’investimento.
